A Mirka piaceva guardare le stelle. Sul terrazzo - quando i suoi dormivano - si avvolgeva in un plaid dalla testa ai piedi e dentro quel rifugio sicuro come una grotta osservava il cielo annottato. Aspettava le stagioni fredde perché attorno ci fosse silenzio e il peso dell'universo le desse il brivido dell'assediata. Sperava che l'anno dopo avrebbe potuto toccarle ma l'anno dopo le stelle erano sempre lontane, benché lei fosse cresciuta. Ne immaginava la consistenza come quella di certe saponette che le donne cercano nei cassetti quando han voglia di far aspettare gli spasimanti, o come quella della pasta modellabile in cui affondava le dita. Non sapeva se le stelle fossero dure o molli, l'aveva chiesto a suo padre, lui aveva risposto Alcune sì, certe altre no e poi si era ammutolito come suo solito. Le stelle le piacevano, ma non così tanto se non fosse riuscita a toccarle. Nella sua classifica delle cose da toccare erano scese al terzo, poi al settimo, poi al qu
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.