“Non c’è libertà senza uguaglianza, ma l’uguaglianza, spesso, ha ucciso la libertà”. Per riassumere il senso del primo romanzo del cantautore Mario Castelnuovo ( Il badante di Che Guevara - Salerno Editrice) basta forse questa frase. La rivolge il vecchio senatore comunista, ridotto da una paralisi su una sedia a rotelle, al suo badante, un ragazzo venuto dall’est colto e ribelle, cui il vecchio ha dato il nome di Drogo. E proprio come il tenente Drogo del Deserto dei Tartari buzzatiano, egli è il simbolo dell’attesa di un evento che non si costruisce mai: una società giusta, retta da uomini onesti. Romanzo essenziale (poco più di 90 pagine), dalla prosa svelta, cruda e (a lampi improvvisi) poetica, ma dai molteplici significati. Romanzo narrato a due voci alternate: quella del senatore comunista, con una vita da attivista alle spalle e una vecchiaia borghese, che si chiede se il suo impegno sia stato veramente genuino o solo apparente; e quella del ragazzo, che conosce la m...
Sdraiato sui binari: diario di bellezze malsincere in attesa del treno. Sperando che porti ritardo.