Per fare la rivoluzione bisogna essere in tanti, ma il bello delle rivoluzioni serie è che ognuno dei tanti vale uno, e vota, e decide al pari degli altri. Così succede da qualche tempo in editoria, campo nel quale una buona parte dei libri pubblicati non hanno mercato, non vendono e quindi non li legge nessuno. Per il semplice fatto che i lettori - nell'editoria tradizionale - arrivano alla fine della filiera produttiva. Quindi sono clienti la cui opinione, i cui gusti, sono influenzati più che rispettati. Il che scoraggia una bella schiera di appassionati veri. Ho pubblicato in questo modo per anni, e ho pur avuto le mie soddisfazioni, come molti amici sanno. A un certo punto mi sono posto però il problema della mutazione, ho avvertito la necessità di cambiar pelle. Soprattutto da lettore, prima che da scrittore. Mi sono accorto che mi sarebbe piaciuto poter sbirciare i libri prima che venissero pubblicati, leggerne un paio di capitoli, e decidere se dar loro fiducia oppure no. Attraverso un pre-acquisto; o un voto, più sensato e dignitoso di quelli che concediamo ai politicanti. Per estensione, avrei voluto che i miei lettori avessero potuto fare la stessa cosa con me: leggermi, giudicarmi, acquistarmi o rifiutarmi. Poi è arrivata bookabook. Casa editrice in crowdfunding. Che significa - come mi suggeriscono quelli che sanno l'inglese - che ogni singolo lettore partecipa a una raccolta fondi alla fine della quale - se la raccolta ha successo e si arriva a un certo numero di copie preordinate - il libro in questione viene pubblicato, con tanto di editing professionale e tutta la confezione necessaria. Eccola, la mutazione. I lettori non sono più un numero, una platea senza facce. I lettori diventano il lettore, si evolvono. Mettono le zampe, escono dall'acqua, e cominciano ad arrampicarsi sugli alberi. Dall'alto le cose di vedono meglio. Questo è dunque quello che ti invito a fare, lettore mio, che hai comprato magari l'Apocalisse in pantofole, oppure La quarta persona più importante e sei quello che ha fatto clic per addizionare una o più delle quasi 70 mila visualizzazioni di questo blog. E ti sei commosso, divertito, indignato, a quel che ho scritto. Bene, ti chiamo all'azione. Tocca a te. Hai 12 euro da investire nella rivoluzione? Ne bastano anche di meno, se preferisci l'ebook. Questo ti invito a fare: un piccolo investimento che è anche un gesto di libertà. Vai sulla pagina che ti linko sotto e clicca su pre-ordina il libro. Si chiama I giorni rubati. Se ti sei chiesto cosa ho fatto negli ultimi mesi, ecco la risposta: ho scritto un romanzo nuovo. Tu fai parte di quelle persone che possono deciderne la sorte. Ma sarebbe davvero un peccato - bello com'è - che non vedesse la luce.
Il primo Natale dopo la grande tenebra è una stagione vicina eppure antica: undici anni or sono. Là dentro decisi che non me ne importava più delle mie canzoni, dei libri che mi avevano spaccato a metà, e che mi sarei abbrutito, se ne fossi stato capace. Gli altri, intorno, continuavano a fare le cose con noncuranza, come se Alessandra fosse uscita a comprare candele e centrotavola e tutti sapevano che sarebbe arrivata in tempo per il cenone. Scartai il regalo che mi fece qualcuno che non ricordo e dentro c'era un libro di viaggi nello spazio: un suggerimento, avrei dovuto cercare mia moglie dappertutto, nell'universo, tranne che su questo pianeta. Poi venne il primo gennaio, poi il mio compleanno, poi marzo - che ho sempre amato, per via della sua schizofrenia - e poi aprile, mese che ci trasformava per due giorni in amanti affamati, al mare, ed era quando non avevamo altri legami al mondo che il nostro. Ci andai lo stesso, al mare, con mia figlia, e commisi l'errore di ra
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