Aspettava che Elio gli desse il permesso, guaendo rispettosamente per
l'impazienza. Il padrone lo guardava ciglioso, lui abbassava gli occhi e
la coda, mortificato. Poi l'uomo diceva Ti va proprio? E allora va
bene! e il cane si avventava contro il pezzo di cono appena sporco di
nocciola che io gli avevo messo accanto, e se lo sgranocchiava tutto
felice. Succedeva sul palco di un'estate antica - al tempo dei miei
tredici anni - che giocavo a innamorarmi d'un amore esatto,
l'unico casto della mia vita. L'uomo era un severo signore dalla
barba medievale - e infatti sfilava fiero dentro al corteo storico con l'elmo in
mano, e la cotta di ferro, - bello come un attore, scapolo,
smadonnatore seriale, integro nonostante si vociferasse puttaniere,
taciturnissimo - e appunto parlava solo per imprecare, che io ricordi.
Se all'epoca Clint Eastwood fosse stato già vecchio, avrei detto che
erano due gocce d'acqua, e forse davvero ora lui è Clint, scappato in
America a fare film duri come proiettili.
Aveva anche un cognome, ma nessuno se lo ricorda, tutti presi a
soprannominarlo; credo anche lui lo avesse scordato, troppo intento ad
addestrare burberamente il suo cane e a far l'amore con infiniti bicchieri di
whisky. Fumava senza filtro - le Nazionali Esportazioni o le Stop - che
solo ad annusarme la cenere a me facevano l'effetto dell'incenso:
stordimento, occhi lacrimosi, anelito di conversione. Narni aveva
questa tendenza ad abitare grandi uomini, nei Settanta. Uomini senza
doppifondi, senza sotterfugi, senza sorrisi armati. Erano per come li
vedevi, una sola faccia, scolpita dal sole come una rupe. Mettevano
soggezione: era la loro etica, il motivo per cui adesso mancano da morire.
Non gesticolava moine, Elio, non era uno da apericene, se per assurdo fossero esistite, a quegli anni. Non chinava la schiena se non per accarezzare il suo cane, e se aveva amanti - come appunto si raccontava - le aveva della sua stessa tempra: donne vere, schiette, senza vanti. Oggi che sono invecchiato e mi avvicino scapicollandomi alla sua età di allora ma ne sono per sorte ancora lontano, mi pare che persone così non ci siano più. Vedo invece attorno mezze figure laide, o scimuniti compari che fingono un incidente stradale per farsi rimborsare quattro soldi dall'assicurazione. E a dirla tutta, abbiamo rincoglionito anche i cani. A furia di portarli nelle Spa per cuccioli e mettergli il cappotto d'inverno, li abbiam fatti diventare troppo umani, cioè: stupidi, e debosciati come figli di un impero decaduto.
Non gesticolava moine, Elio, non era uno da apericene, se per assurdo fossero esistite, a quegli anni. Non chinava la schiena se non per accarezzare il suo cane, e se aveva amanti - come appunto si raccontava - le aveva della sua stessa tempra: donne vere, schiette, senza vanti. Oggi che sono invecchiato e mi avvicino scapicollandomi alla sua età di allora ma ne sono per sorte ancora lontano, mi pare che persone così non ci siano più. Vedo invece attorno mezze figure laide, o scimuniti compari che fingono un incidente stradale per farsi rimborsare quattro soldi dall'assicurazione. E a dirla tutta, abbiamo rincoglionito anche i cani. A furia di portarli nelle Spa per cuccioli e mettergli il cappotto d'inverno, li abbiam fatti diventare troppo umani, cioè: stupidi, e debosciati come figli di un impero decaduto.
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