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Visualizzazione dei post da maggio, 2014

A due passi dal paradiso

Il mio medico impreca - me lo ha confessato - e si pente ma sempre troppo tardi. Fa marcia indietro quando il santo è ormai martirizzato e la madonna smadonnata. Chiede perdono e ricomincia con le visite a domicilio, bonario e instancabile. Ne abbiam parlato, di dio quando viene chiamato in causa, l'altra sera che sono andato a visitarmi per una sospetta polmonite. Sospetta nel senso che io sospettavo di averla. Anzi ne ero certo, da ipocondriaco che non lo dà a vedere quale sono. Aspettavo solo la conferma, giusto per concedermi quell'un per cento di fallibilità diagnostica che mi conserva umile. Invece ho un'allergia da record del mondo e non so a cosa. Dovrò soffiare dentro un boccaglio, per scoprirlo. Ma ho scoperto, intanto, un posto bellissimo, a mezz'ora dalla città. Il mio medico ha un ambulatorio in campagna, al piano terra di una casa colonica ristrutturata col garbo e il rispetto necessari per la tradizione contadina. C'è un giardino minuto ma per legger

Com'erano venute buone le canzoni nella primavera del 2014

"Scriva, scriva - mi incoraggiò un vecchio professore quand'ero ragazzo. - Vedrà che qualcuno apprezzerà". A parte che aveva fini pratici, cioé un'assunzione da parte di qualche giornale in un'epoca in cui m'ero messo in testa di fare il cronista (poi, alla fine di una lunga serie di telefonate con un caporedattore truffaldino che oggi pubblica libri a pagamento, per fortuna ho desistito), il consiglio fu abbastanza profetico. E da allora non ho mai smesso di scrivere, pur con lunghe pause tra una volta e l'altra. Il segreto, non è una novità, è scrivere di ciò che si conosce e di ciò che emoziona. Tutto il resto è artificio, e il pubblico scafato se ne accorge. E allora son sempre partito da un'emozione, e dell'arte che non mi capitombola lo stomaco - pure se è sacrilego dirlo, pure se stan tutti  lì in adorazione - non me ne frega niente. L'emozione è il termine di paragone, intuizione che pesa più oro di tutti gli aforismi dei poeti cool -

Specchio delle mie trame

Gli specchi sono tutti uguali eppure ogni specchio mi restituisce un'immagine diversa. C'è quello del bagno, dove appaio sempre un po' più giovane e fico; quello del baracchino per le foto tessera, dove mi vedo intero e con addosso tutti gli anni fino all'ultimo; quello accanto al bancomat, dove sono spettinato e in forma; quello della radio, dove torno stanco, preoccupato e spento. Sono io che a distanza di dieci minuti cambio posa o son solo illusioni ottiche? Magari per via della luce, del sorriso se c'è o non c'è, della fretta che ho. Tutti perdiamo tempo a specchiarci, anche i brutti; più questi ultimi, anzi, alla ricerca disperata di un particolare che dia loro fascino, nello scempio. L'ultima volta che mi sono specchiato intero, l'ultima volta che mi sono soffermato a guardarmi dalla fronte agli alluci, sono stato costretto a farlo. Ero nudo, infreddolito, steso su un tavolo operatorio, circondato da infermieri e medici. Sopra di me un enorme dis

Ho una macchina del tempo in cucina

Gli odori si ricordano come le facce e le voci e ogni volta che capita sembra di averli sotto il naso. E poi si anticipano, vengono prima di ciò che li emana, basta guardarlo da lontano, specie se sono odori che rimandano a epoche di nostalgia costruita ad arte nella testa. Il tempo non esiste, è la cosa più feroce che inventiamo. Dentro questa truffa colossale mettiamo di tutto, come dentro un cesto bucato. Non è mai pieno, il tempo, di malinconie, non è mai sazio. Ci uccide per sfinimento. A casa mia, a Narni, una delle dispense, in cucina, sta dietro la porta, neanche la trovi se non lo sai, appena sopra al termosifone. Un angolo che è una specie di confessionale laico. D'inverno poggiavo una sedia lì accanto e, avvolto in una coperta, studiavo Kierkegaard e traducevo Tacito, i piedi al caldo. Dentro, mia madre ci teneva e tiene spezie e barattoli di conserva e miele, la camomilla Bonomelli, bustine di té per quando avevo l'acetone e vomitavo l'anima, il bicarbonato in