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Visualizzazione dei post da giugno, 2013

Un giorno con Red

Red Canzian mi telefona ieri mattina, 14 giugno: "Son partito da Perugia da una quarantina di minuti, tra poco sono lì". Lì significa a Narni dove l'aspettavo per l'una e mezza. Ma sono solo le undici, sto ancora a Terni, devo spicciarmi. Per cui: doccia supersonica, afferro il cellulare, le chiavi, i soldi, la fotocamera digitale. Mia figlia ha fatto prima di me: mi fa fretta dal pianerottolo. Automobile, tredicimila metri di Flaminia e siamo a Narni dove, davanti al suo garage, ci aspetta mio padre. Arriva Red, si annuncia con un poderoso colpo di clacson e un largo sorriso. Entra nel garage, non senza rischiare graffi alla carrozzeria. Scende, mi abbraccia, gli presento mio padre, lui lo saluta: "Buongiorno papà". Lo accompagno in albergo, mi consegna una chiavetta usb in cui ci sono delle foto che vuole far proiettare alla presentazione del suo libro, al pomeriggio. Dico "Ok, mi organizzo e alle tre passo a prenderti per le prove"; mi chiede:

Dio ti benedica, Joe!

C'è una zattera su un fiumiciattolo del Texas orientale; sopra ci stanno due ragazzine - una è di colore - e un adolescente effeminato, una donna bellissima che scappa da suo marito, un predicatore con un peso gigante sulla coscienza, un mucchio di soldi rubati, un'urna con dentro le ceneri di una ragazza fissata col cinema, fatta affogare con una macchina per cucire legata alle caviglie e poi cremata in un mattonificio. Anni Venti del secolo scorso. Già questo giustificherebbe il viaggio fino in America; ma una volta lì bisogna piazzarsi davanti alla porta di casa di Joe R. Lansdale e appena esce mollargli un bacio alla francese. Non sarebbe contento, a meno che non siate Sharon Stone, e non arriverò a tanto. Ma è per dire dei narratori di razza. Che ti incastrano in una storia - Acqua buia , Einaudi - e non puoi farci niente, finché non è finita stai lì invischiato come nella melassa. Aggiungo che la zattera ha per destinazione Hollywood, o un posto da cui non sia così impo

Una certa idea di Baricco

Un mondo dove tutti potenzialmente possono diventare scrittori non è necessariamente un mondo migliore. Già questa cosa basterebbe a giustificare il denaro speso per "Una certa idea di mondo", di Alessandro Baricco, collezione di articoletti (nel senso di dimensioni, non di qualità) pubblicati su Repubblica che raccontano quelli che sono - secondo lui - i libri più belli che ha letto (o riletto) negli ultimi dieci anni. Questa roba del mond o che non migliorerebbe al moltiplicarsi dei narratori, buttata lì con noncuranza, è il sintomo di uno snobismo che con suo e nostro piacere l'autore non fa nulla per nascondere. Né gli riesce facile camuffare la presunzione quando dichiara che - riferendosi ad autori viventi - ha percepito amaramente i suoi limiti solo due volte: leggendo David Foster Wallace e Roberto Bolano. Baricco è divertente e il suo stile noto: un po' geniale un po' paraculo, ma che sappia scrivere è fuori discussione. A proposito di