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Visualizzazione dei post da dicembre, 2013

Il presepe di pasta, il giovanotto e le cinquanta lire nel campo

Quando non so cosa fare, piglio ed esco. Più volentieri in compagnia, ma non mi spavento a uscire da solo. Così oggi, che Susi era via e mi andava di camminare. In giro poi si catturano storie pronte da scrivere, basta stare con le orecchie e gli occhi aperti. A Stroncone vado sempre col tempo contato: ci metto dieci minuti in macchina, poi lì mi concedo una camminata di tre quarti d'ora tra ripide salite e ridiscese: scarpe comode, sciarpa e nessuna paura. Capita così che passando accanto a un uomo anziano che scarica legna da una Panda mi senta chiedere Fa freddo, giovanotto? e io Non troppo, signore. Si sta bene e lui replichi Eh, beato a te che ci hai la gioventù ... Ora qualcuno dei miei irrispettosi studenti ironizzerà su 'sta cosa ma quel signore era veramente troppo vecchio anche in confronto al sottoscritto. Poi arrivo a un campo da calcetto dove ho giocato tempo fa con la Susi, io in porta e lei a prendermi a pallonate. Tira forte e dritta, delle bordate che sem

Affetti personali

Sarà che sono innamorato delle parole, ho cominciato ad amarle da ragazzino e non ho mai smesso. Sarà che un artista che non si prende troppo sul serio e rende pubbliche le sue debolezze mi piace più di tanti musoni. Sarà che nel 1983 avevo 16 anni e se ascoltavi lui eri un dritto e le ragazze si lasciavano corteggiare più volentieri. Sarà che i suoi dischi sono uno più bello dell'altro e ogni volta che li ascolto - l'ho fatto centinaia di volte - rimesto giochi di parole mai fine a se stessi, o un'invenzione lessicale che sottintende un concetto tosto, ma porto con leggerissima follia. Sarà che nella mia vita ho bevuto quanto lui in una settimana - e per questo un poco lo invidio ma se avessi provato a imitarlo sarei morto da un pezzo. Ma insomma: Sergio Caputo è Sergio Caputo. Prossimo ai 60, se ne esce con un libro che ricorda i suoi anni intorno a quel fatidico spicchio di tempo in cui l'Italia era ancora intontita dai boati degli anni di piombo, incredula del Mund

Il muschio selvaggio

Eppure dev'essere successo, da qualche parte. In qualche angolo del passato deve essere capitato che - un giorno - ho smesso di sentirmi felice a Natale. Magari non è stato un taglio netto, più uno sfilacciamento lento, come una corda che si sfibra e alla fine cede. Anni fa era una splendida finzione a cui credevo ciecamente; oggi una realtà a cui non assegno nessun complemento di vero. E non c'entra il discorso religioso, non c'entra il dolore che a palate il destino mi ha servito a pranzo e cena, negli ultimi anni. Il fatto è che oggi non ho più gli occhi con cui guardavo le cose attorno e tutto si è svilito, il trucco è scoperto, il camino è spento, tante persone che ho amato  - e che di quei Natali erano l'anima - sono morte. La mia festa era a rimorchio: altri la addobbavano per me. Non mi va, non son capace di organizzarmela da solo e le persone che ora ho intorno - per un motivo o per l'altro - sono inadeguate. Così passerà anche quest'anno - la festa - c

I ragazzi han bisogno

C'è un'insonnia da disperazione e una da smania di cambiamento. Ho spento la prima a furia di sforzarmi di sognare. Me lo sono imposto, come un digiuno per un obeso. Ora sperimento la seconda, che è il prologo della vita nuova che incomincia. Mi tengono sveglio le cose che voglio fare, che sto facendo. Le parole che voglio scrivere, i soprassalti del cuore. Mi sento vivo assieme , perché da solo mi sentivo perduto. E ho ripreso ad ascoltare musica con un'intensità nuova. Erano pieni di polvere i miei De Gregori, i Vecchioni. Traditi, morti. Da bambino mettevo sul piatto un 33 giri e imbracciavo la racchetta da tennis come una chitarra. Ora è che mi vergogno, sennò lo rifarei. Ma le canzoni della mia vita sono di nuovo mie , son tornate a casa. Spero mi avranno perdonato. Uno dei sistemi per sentirmi vivo è stare con chi ha vent'anni meno di me. Sto coi ragazzi, a scuola, perché volano come gli storni nel cielo di  Roma, senza starci a pensare troppo, solo per protezion